Io sono quella col cuore oltre il muro, con le gambe che dondolano appese, seduta su di un trono troppo alto.
Io sono donna, grazie a Dio … O grazie a me.
Io sono quella che raccatta i pezzi, quella che cuce ferite, che pulisce i vetri per far entrare il sole, che a volte lava i panni sporchi in casa e il silenzio lo mette ad asciugare con loro e con le lacrime.
Io sono quella che parla troppo, ma che tacendo dice la verità.
Io sono donna, grazie a Dio … O grazie a me.
Qualche volta piango, inondo zone nascoste da rendere fertili.
A volte sono prigioniera di quegli occhi puntati, come la canna di un fucile, sulla mia schiena, di quelle parole che mi vogliono seduta a gambe strette, a bocca chiusa, col velo in chiesa, con la gonna … lunga, col maglione … largo, col viso struccato, col burka.
Io sono una donna grazie a Dio … O grazie a me.
Sono una puttana! Una troia! Una stronza! Una incapace! Un’inetta! Inutile! Sta' zitta, cretina!
appiccicati addosso.
Giudicata perché non sono ciò che devo essere. Devo … Devo … Devo. No! Voglio!
Io voglio essere la mia scelta sbagliata, la mia passione, la mia saggezza, la mia pazzia.
Io sono donna, grazie a Dio … O grazie a me.
… Che
“Dietro un grande uomo c’è una grande donna.”
“Meno parli meglio è”
“Hai un bel culo. Hai belle tette. Che cosce lunghe!”
“Se dice no vuol dire sì”.
“ … E vi abbiamo dato pure il diritto di voto!”
No, non ci è stato dato niente, lo abbiamo rubato, come ladre, condannate perché esistiamo anche da sole, perché viviamo fuori dall’ombra altrui, ma proiettiamo la nostra. Perché non stiamo al nostro posto.
Si, ferme lì, al nostro posto come un quadro appeso al muro, come un cagnolino al guinzaglio, come una lepre fuggita …
Pam, pam … E la pelle come trofeo sul bavero della giacca.
Grazie a Dio sono una donna.
No, grazie a me … Ancora viva.
Foto di Michelle Ding su Unsplash
Autore: Antonella La Frazia
Antonella la Frazia è nata a san Giovanni Rotondo (FG) il 20 settembre 1966. Già nell'infanzia comincia a notarsi la sua vena artistica con i suoi primi scritti di bambina e il suo interesse per la recitazione e il teatro. Durante gli anni di scuola superiore comincia a scrivere le sue prime vere poesie attratta da poeti come Montale, Ungaretti, Quasimodo ma volentieri si accosta a Gozzano. Finiti gli studi si sposa, ma la vita gli riserva forti sofferenze che le “bruciano” la voglia di scrivere. Ormai cinquantenne ha ritrovato se stessa e la sua poesia che racconta le varie sfaccettature del dolore della vita, la bellezza della natura e la forza dei sentimenti, raccogliendo numerosi riconoscimenti a premi letterari in pochi mesi.